Cedolare secca 2025 sugli affitti

Aliquote, tasse e sanzioni

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Cedolare secca 2025 sugli affitti

Posted by info@firsthouse.it on 27 Febbraio 2025
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Aliquote, tasse e sanzioni

Anche nel 2025 la cedolare secca sugli affitti rimane in vigore, con tre diverse aliquote applicabili a seconda del tipo di contratto.

La Legge di Bilancio 2025 ha confermato:

  • 21% per i contratti a canone libero;
  • 10% per i contratti a canone concordato;
  • 26% per le locazioni brevi oltre il primo immobile affittato.

L’obiettivo di questa misura è incentivare contratti di locazione più stabili e garantire un regime fiscale agevolato per i proprietari. Vediamo nel dettaglio come funziona la cedolare secca nel 2025.

Come funziona la cedolare secca?

La cedolare secca è un regime fiscale sostitutivo dell’IRPEF che consente ai proprietari di immobili ad uso abitativo di applicare un’imposta fissa sul canone di locazione, evitando il pagamento di addizionali regionali e comunali, nonché dell’imposta di registro e di bollo.

Dal 2024, è stata introdotta una terza aliquota del 26% per gli affitti brevi, applicabile a chi loca più di un immobile con contratti di durata inferiore a 30 giorni.

Aliquote previste nel 2025:

  • 21% sul canone annuo per i contratti a canone libero;
  • 10% per i contratti a canone concordato;
  • 21% sul primo immobile locato per affitti brevi e 26% dal secondo al quarto immobile affittato con questa modalità.

Esempio pratico di tassazione

Un proprietario possiede sette immobili: quattro locati con affitti brevi e tre affittati a studenti universitari con contratti a canone concordato.

  • Per i primi, la tassazione è del 21% sul primo immobile e del 26% sugli altri tre.
  • Per gli affitti a studenti con canone concordato, si applica l’aliquota agevolata del 10%.

Cedolare secca del 21%: requisiti e benefici

L’aliquota del 21% è la più comune e può essere applicata da persone fisiche proprietarie o titolari di diritti reali di godimento su immobili a uso abitativo, purché non rientrino in attività d’impresa, artistica o professionale. Gli immobili devono appartenere alle categorie catastali da A1 a A11 (escluse le categorie commerciali).

Vantaggi:

  • Nessuna imposta di registro e di bollo;
  • Esenzione dalle addizionali IRPEF;
  • Tassazione fissa sul 100% del canone incassato.

Cedolare secca al 10%: quando si applica?

L’aliquota ridotta del 10% è riservata a specifiche situazioni:

  • Contratti a canone concordato in comuni ad alta densità abitativa;
  • Affitti a studenti universitari;
  • Aree colpite da calamità naturali;
  • Contratti transitori disciplinati dalla legge n. 431/1998.

Per usufruire della cedolare secca agevolata, i contratti devono rispettare le condizioni previste dagli accordi territoriali e, in caso di contratti non assistiti, è necessaria un’attestazione di conformità da parte delle organizzazioni firmatarie.

Cedolare secca al 26%: chi deve pagare?

Dal 2024 è in vigore l’aliquota del 26% per gli affitti brevi (meno di 30 giorni) per chi loca più di un immobile. Questa aliquota si applica anche agli affitti gestiti tramite intermediari immobiliari o piattaforme online.

Il contribuente deve indicare in dichiarazione dei redditi l’immobile su cui applicare l’aliquota ridotta del 21%, mentre per gli altri affitti brevi oltre il primo la tassazione è automaticamente del 26%.

Quando si paga la cedolare secca?

La cedolare secca segue le scadenze IRPEF:

  • Acconto unico entro il 30 novembre (se l’importo è inferiore a 257,52 €);
  • Se l’importo è superiore, il pagamento è suddiviso in due rate:
    • 40% entro il 30 giugno;
    • 60% entro il 30 novembre.
  • Il saldo è da versare entro il 30 giugno dell’anno successivo.

Codici tributo per il pagamento con modello F24:

  • 1840 – Cedolare secca locazioni – Acconto prima rata;
  • 1841 – Cedolare secca locazioni – Acconto seconda rata o unica soluzione;
  • 1842 – Cedolare secca locazioni – Saldo.

Sanzioni per il 2025

Dal 1° settembre 2024 è in vigore un nuovo sistema sanzionatorio per le violazioni della cedolare secca:

  • Omessa indicazione dei canoni: sanzione del 120% delle imposte dovute (minimo 250 €);
  • Dichiarazione infedele: sanzione del 140% (minimo 150 €);
  • Omessa registrazione del contratto: sanzione del 120%, ridotta al 45% se il ritardo non supera i 30 giorni.

Le infrazioni commesse prima del 2024 restano soggette alle normative precedenti.

Quando conviene la cedolare secca?

Optare per la cedolare secca significa rinunciare all’aggiornamento del canone in base all’ISTAT e all’applicazione di deduzioni o detrazioni fiscali. Inoltre, il reddito da locazione incide direttamente sull’ISEE.

La cedolare secca è più vantaggiosa con l’aliquota del 10%, mentre la convenienza dell’aliquota al 21% dipende dalla situazione fiscale del contribuente. Per questo, è consigliabile valutare con un esperto la soluzione più conveniente caso per caso.

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